Il professore di Matematica e Fisica

Il prof di matematica

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Il professore di matematica Crudelio Camalli era una sadica ed implacabile canaglia.

Gli studenti dei primi banchi lo temevano per l’atroce alito pestilenziale.

Gli studenti meno preparati lo temevano per la spietata severità di giudizio.

Giovanni Ligas, che in matematica e fisica era una vera capra, ne era terrorizzato per entrambi i motivi.

Quella fredda mattina di fine novembre, il Camalli entrò in classe di buon umore.

Appena si fu seduto alla cattedra, masticando rumorosamente una gomma americana, comunicò ridacchiando compiaciuto e con voce greve il programma della giornata.

“Oggi interrogazione a sorpresa”

A questo fatale annuncio si ebbero tre svenimenti, un patetico tentativo di arresto cardiaco simulato, inscenato da Dino Francescato, ed un imbarazzante attacco di colite fulminante.

Ne fu vittima Dario Sella, subito allontanato dalla classe tra lo scherno generale dopo che si era orribilmente cagato addosso.

“Bene, procederemo al solito sorteggione per stabilire chi interrogare” ridacchiò sempre più soddisfatto il Camalli, mentre un silenzio tombale calava sulla classe.

I più scaramantici si affidarono subito a gesti propiziatori al fine di scampare l’incombente pericolo: alcuni afferrarono le parti metalliche di banchi e sedie, altri estrassero dalle tasche corni napoletani, ferri di cavallo e persino amuleti africani.

I più spudorati si infilarono entrambe le mani nelle mutande afferrandosi i coglioni platealmente.

Sandra Pizzo, decisamente sovrappeso ed innamorata senza essere corrisposta del suo compagno di banco Mario Bonaldi, approfittò clamorosamente della situazione per cercare di allungare le mani verso il basso ventre del giovane, già completamente sopraffatto dal panico a causa dei precedenti sorteggi, che per sette volte consecutive lo avevano visto uscire come primo degli interrogati.

I più religiosi si affidarono alla Madonna o al proprio Santo protettore.

Il disumano metodo utilizzato dal Camalli per stabilire i nomi dei disgraziati, consisteva nell’aprire il librone di matematica a caso, leggere il numero della pagina destra e poi applicare un sofisticatissimo algoritmo che gli avrebbe permesso di arrivare ad un numero finito da 1 a 27. Ad ogni numero corrispondeva il nome di uno studente sul registro di classe, ovviamente l’ordine era alfabetico. Mario Bonaldi era il numero 3, subito dopo Pier Sergio Antellano e Rocco Bucolico.

Dopo alcuni interminabili secondi, il Camalli finalmente aprì il libro.

“Pagina 437” disse con voce carica di pathos.

La classe trattenne il fiato e lui iniziò i calcoli:

“Radice quadrata di 437 moltiplicato per l’anno di nascita di mia nonna, diviso il Pil del Congo nel 1969 sommato alla derivata di una funzione in un punto il cui valore del coefficiente angolare della retta tangente alla curva medesima è la tangente trigonometrica dell’angolo formato dalla tangente stessa con il numero di scarpe di mia sorella sottratto al coseno di uno dei due angoli interni adiacenti all’ipotenusa di un triangolo rettangolo diviso per il numero dei miei capelli nel giorno del solstizio di primavera del 1972…  il che dà come risultato…”

Durante il complicato calcolo altri due studenti incapaci di reggere la tensione svennero all’indietro. Ciccio Giuliacci e Franco Sparapizze iniziarono a sudare in maniera imbarazzante, mentre Marino Fabrizi detto Peto era pericolosamente dilaniato da dolori all’addome e Germano il Capitano stava recitando il Salve Regina in latino e ad alta voce.

“Il risultato è….”

Il sadico professor Camalli stava artificiosamente prolungando l’attesa per godersi i volti imbruttiti dalla paura dei suoi malcapitati studenti.

“Il risultato è tre!” disse alla fine con fare fastidiosamente teatrale.

Mentre chi aveva scampato l’insidia tirò un sospiro di sollievo, Mario Bonaldi, sorteggiato per l’ottava volta consecutiva, lanciò un orrendo bestemmione che squarciò l’aria come una bomba, anche perché nello stesso momento la Sandra Pizzo era riuscita ad afferragli le palle provocandogli un dolore lancinante.

“Dai Bonaldi, vieni alla lavagna ha ha ha”

Bonaldi sfigurato dalla rabbia raggiunse la posizione.

Il malvagio Camalli attaccò con un paio di domande di teoria, alle quali il Bonaldi rispose in modo approssimativo, poi affondò il colpo dettando una mostruosa equazione che mandò in crisi lo sventurato.

“Ma dai Bonaldi, ma hai studiato? Ma dai, questa equazione la può risolvere anche mio zio ah ah ah”

Il supplizio del povero Mario proseguì ancora diversi minuti, poi all’ennesima insopportabile domanda accadde l’imponderabile.

“Dai Bonaldi, fammi un esempio di collisione perfettamente anelastica ah ah ah”

Bonaldi si diresse allora lentamente verso il suo banco, con sguardo fisso nel vuoto si fermò proprio davanti alla Sandra Pizzo che lo guardava con occhi pieni d’amore.

“Puttana! Sei una puttana!” gridò in preda alla più cieca follia.

Poi le tirò una testata tremenda in piena faccia, spaccandole il naso e rompendole due incisivi ed il labbro superiore.

Sandra Pizzo fu portata all’ospedale in una maschera di sangue.

Mario Bonaldi fu trascinato in presidenza dopo essere stato legato con una camicia di forza.

Lo lasciarono tornare a casa soltanto dopo quattro settimane, sette esorcismi ed un pellegrinaggio in processione alla Madonna della quercia sul Colle dei Frati vicino a Bettola.

 

 

I fatti narrati sono di pura fantasia, ogni riferimento a persone  o fatti reali o realmente accaduti è del tutto casuale

Scritto da Anonimo Piacentino

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