Il Pokèmon della Val Tidone

Pokemon della Val Tidone

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Erminio Puzzadipiedi era un ciccione ludopatico, disoccupato, disperatissimo e con decisamente una gran faccia da pirla.

A quarant’anni suonati si era già fatalmente rovinato sputtanando i pochi beni di famiglia ai videopoker, nelle peggiori sale slot della Val Tidone.

La sua vita fatta di espedienti e frustrazioni ebbe una svolta il 15 luglio del 2016, quando l’applicazione a realtà aumentata per dispositivi mobili della Nintendo, la famigerata Pokèmon Go, fu rilasciata ufficialmente anche in Italia.

Erminio era riuscito ad installarla sul suo Iphone di terza categoria comperato da un marocchino abusivo al mercato di Castel San Giovanni.

Da quel momento comprese che il suo destino era segnato. Sarebbe diventato un leggendario ed imbattibile allenatore di Pokèmon.

Passò l’intera seconda metà di luglio a perlustrare in lungo e in largo tutte le principali cittadine della valle a caccia di Pokèmon conseguendo i seguenti straordinari risultati:

  • 4 incidenti stradali provocati lanciandosi in mezzo alla strada senza guardare, nel tentativo di catturare alcuni tra i più rari mostriciattoli giapponesi.
  • 7 denunce per violazione di domicilio, dopo essersi introdotto senza invito né permesso in casa di ignari concittadini a caccia di Pokèmon.
  • 10 aggressioni da parte di padri gelosi e madri inferocite, per aver avvicinato ragazzine minorenni nel tentativo di concertare attacchi coordinati alle più forti palestre Pokèmon della zona.

Ai primi di agosto era già un allenatore di Pokèmon di livello 30, aveva catturato 10.500 Pokèmon, percorso mille chilometri a piedi e perso 23 chili di peso. Cosa ancor più significativa controllava una trentina di palestre Pokèmon prestigiosissime ed era conosciuto in tutta la provincia di Piacenza come l’allenatore di Pokèmon della Val Tidone.

Sembrava che l’inutile vita di Erminio Puzzadipiedi iniziasse ad avere un senso quando in una calda notte di mezza estate, dopo aver bevuto un paio di bottiglie di Ortrugo frizzante dei Colli Piacentini, impazzì completamente.

Scese a Borgonovo con il suo fucile da caccia caricato a pallettoni e cominciò a sparare in faccia agli altri allenatori di Pokèmon.

“Vi ammazzo tutti bastardi maledetti, ne rimarrà soltanto uno e quell’uno sono io”

“No, aspetta, fermati!” urlò una ragazza bionda e giovane e con due grandi occhi folli.

“Cosa vuoi? Levati di mezzo o Ti ammazzo!”

“Non lo fare” disse lei “io posso capire la tua tragedia”

“Che cosa?”

“Capisco la tua tragedia”

“Cosa intendi dire?”

“So come ci si sente, anche io sono stata un po’ in manicomio in un’altra vita.”

Erminio la guardò perplesso per alcuni secondi, poi ricaricò il fucile e le sparò a bruciapelo uccidendola sul colpo.

“Stupida troia” borbottò tra sé e sé e continuò a sparare a tutti quelli che incrociava sul suo cammino per altri dieci minuti.

Dopo aver ammazzato una dozzina di cristiani innocenti fu abbattuto da una pattuglia di carabinieri accorsi sul posto per primi.

Il cadavere fu esposto al pubblico ludibrio per due giorni prima di essere sepolto nel cimitero di Pecorara.

 

 

I fatti narrati sono di pura fantasia, ogni riferimento a persone  o fatti reali o realmente accaduti è del tutto casuale

Scritto da Anonimo Piacentino

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